Il secondo grande restauro avvenne nel 1832 ad opera del muratore Gio Batta Federicis. Nel 1854, l’arcivescovo Trevisanato, in visita pastorale, decise di demolire la chiesa. Dieci anni dopo iniziarono i lavori che terminarono nel 1958. All’interno si trovano l’altare di Sant’Antonio con la statua lignea e il battistero.